ottobre 19, 2012

PAKISTAN: "Allah salvi Malala", il paese unito contro la violenza talebana




“Dateci penne oppure i terroristi metteranno in mano alla mia generazione le armi”.

Questa frase è di Malala Yousufzai, 14 anni, la giovanissima studentessa a cui un gruppo di talebani ha sparato alla testa il 9 ottobre scorso all’uscita da scuola. Il fatto è avvenuto nella valle dello Swat, nel nord-ovest del Pakistan, regione ancora controllata dai talebani.
Malala è stata presa di mira dai talebani a causa della sua battaglia a favore dell'istruzione per le ragazze. Da quando aveva 11 anni gestisce un blog su internet in cui denuncia i soprusi dei talebani nella valle dello Swat soprattutto nei confronti delle donne ed è diventata un simbolo per tante donne e bambine nel Pakistan delle aree tribali.
Lo scorso anno aveva ottenuto il primo premio per la pace dal governo pakistano.
Dopo l’attentato Malala è stata ricoverata d’urgenza a Mingora, la città principale dello Swat, e quindi  trasportata con un elicottero governativo messo a disposizione dal premier pakistano Raja Pervez Ashraf nell’ospedale di Peshawar. Da lunedì è stata trasferita con un aereo-ambulanza degli Emirati Arabi nell'ospedale Queen Elizabeth a Birmingham, nel Regno Unito. Le condizioni di Malala migliorano. I medici  non ritengono che abbia subito danni cerebrali e pensano che abbia buone  probabilità di recupero.
Il governo del pakistano ha condannato l’attentato compiuto e rivendicato dai talebani ed ha fissato una taglia per la cattura dei responsabili. Centinaia sono stati finora gli arresti.
Intanto una grande campagna di solidarietà e di protesta contro la violenza dei talebani ha scosso l'intero Pakistan. Venerdì nelle moschee si è pregato “Allah salvi la giovane Malala” e il paese si è fermato per osservare un minuto di silenzio.
Malala ha davvero vinto la sua battaglia.
Nel mondo 39 milioni di ragazze, tra gli 11 e i 15 anni, ovvero una su tre, non sono scolarizzate. Soggette a subire una doppia discriminazione, di genere e di età, sono il gruppo più marginalizzato del mondo. Molte di loro subiscono costrizioni e abusi, vengono obbligate a sposarsi con degli uomini magari anche molto più grandi di loro. Vivono una realtà fatta di isolamento e soffrono violenze in famiglia. Per questo le Nazioni Unite anno indetto una Giornata Internazionale delle Bambine che a partire da quest’anno viene celebrata l'11 ottobre.

mg

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