FOLI è il termine
che significa ritmo nella lingua dei Malinke, un
popolo che vive nell'Africa occidentale, in particolare Guinea, Mali, Gambia.
Fondatori tra il XIII e il XVII secolo dell’ Impero africano del Mali, uno dei più potenti imperi dell’Africa Occidentale, i Malinke furono vittime del traffico di schiavi che alimentò le economie
europee nelle Americhe, e successivamente per circa un secolo (1864-1960) furono sudditi
dell'impero coloniale francese.
FOLI nella cultura Malinke significa però molto più del ritmo creato da strumenti
musicali a percussione come il djembe (da questa regione provengono i
migliori percussionisti del mondo), significa il ritmo creato da ogni gesto della
vita quotidiana.
Tutto, ogni passo, ogni azione, ogni parola è ritmo, è FOLI, bisogna saperlo ascoltare.
In questo breve video girato da Thomas Roebers e Floris Leeuwenberg in un villaggio Malinke vicino alla città di Baro in Guinea, si possono ritrovare i ritmi del lavoro e della vita del villaggio.
La rivista di educazione musicale "Musicheria"ha
realizzato la trascrizione approssimativa del FOLI eseguibile con le voci e/o con
strumenti a piacere.
“Ottobre Africano” è un festival itinerante che si tiene ogni
anno nel mese di ottobre in alcune delle principali città Italiane, tra cui Roma,
Milano, Torino, Parma, Reggio Emilia, Lecce, Napoli e Crotone
Un fitto programmadi convegni, eventi letterari,teatrali
e musicali, mostre di pittura e fotografia che ha come protagonistiartisti e intellettuali del
continente africano.
Ci racconta Cleophas Adrien Dioma, direttore e fondatore del Festival, scrittore e documentarista originario
del Burkina Faso ma da anni residente a Parma, che il Festival è nato 11 anni fa a Parma su iniziativa dell’associazione di
promozione sociale "Le Réseau", costituita per favorire la reciproca conoscenza e
la collaborazione fra immigrati e italiani e una convivenza fondata sul
rispetto, la comunicazione e lo scambio culturale. E’ presto uscito però dai confini
di Parma e a fine 2013 ha vinto il premio dedicato ai migliori eventi africani
in Italia, l’Africa-Italy Excellence Award.
L’obiettivo dell’edizione
2014, spiega ancora Adrien Dioma, “è
riflettere sulla cultura o le culture che conoscerà l’Italia del domani, sui cambiamenti futuri del paese, sulle
possibili chiavi di lettura che contribuiranno alla creazione di un’Italia che appartenga a tutti coloro che
la vivono e che ci vivono: l’Italia degli italiani, dei nuovi italiani e delle
seconde generazioni.
Con la nascita di tanti
eventi e realtà culturali ideati e promossi da persone di origini e cultura non
italiane ma residenti in Italia, con la voglia di partecipazione politica,
culturale, economica e sociale dei nuovi italiani, non è più possibile non
cercare di immaginare l’Italia del futuro, un’Italia che sarà sempre più ricca
di mescolanze, incontri e colori”
Tra le novità di quest’anno,
l’evento "Se solo mi guardassi"“: due giornate di musica, cibo e arte, nate su proposta della madrina del festival
Fiorella Mannoia. Tra i numerosi protagonisti presenti al Festival possiamo citare: Saidou Dicko - Burkina Faso.
All’età di 5 anni, piccolo pastore Fulani, impara a disegnare le ombre delle “sue” pecore sui
suoli aridi del Sahel. Artista autodidatta, ha iniziato nella fotografia dal
2005, la sua specialità, le ombre….i suoi amici gli hanno dato il soprannome di
“le voleur d’ombres” (il ladro di ombre).
Samia Yaba Christina Nkrumah – Ghana
Politica,
presidente del Convention People’s Party, nel 2008 è stata eletta alle elezioni
parlamentari del suo paese. Attualmente ha dato le dimissioni dal posto di parlamentare con
il progetto di presentarsi alle prossime elezioni presidenziali. A Roma e a
Torino ha parlato della sua lotta per l’indipendenza e l’unità del popolo
africano
Cheikh Tidiane Gaye - Senegal.
Poeta e scrittore, è membro
di Pen Club Internazionale Lugano Retoromancia Svizzera. È il primo africano a
tradurre Senghor in italiano.
Ara Compaoré - Burkina Faso
La sua passione per i bellissimi
tessuti del suo paese la spinge a diffonderli anche fuori dall’Africa e a creare
così un nuovo stile nato dalla combinazione Occidente- Africa.
Reda Zine – Marocco
E’ stato uno dei fondatori
del più grande festival di musica indipendente dell’Africa, L’Boulevard di
Casablanca, e della sua rivista L’Kounache Magazine (urban music and street
culture).
Cristina Ubax Ali Farah – Somalia
Scrittrice e poetessa (padre
somalo e madre italiana) si laurea in Lettere a Roma. Al festival Ottobre Africano ha presentato il suo ultimo libro (Il
comandante del fiume) e per parlare con i giovani di seconde generazioni che
stanno crescendo nel paese di immigrazione dei loro genitori ma che è
semplicemente il loro paese.
Gabin Dabiré – Burkina Faso
Cantante, chitarrista,
compositore. Ha creato con alcuni artisti milanesi il gruppo multimediale CORRENTI
MAGNETICHE, suoni ed immagini dai primitivi all'elettronica. Imponente è il suo
impegno culturale che lo porta nel 1984 a fondare a Milano il “CENTRO PER LA
PROMOZIONE E LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA AFRICANA”, patrocinato dall’UNESCO.
Laurell Boyers-Bastiani - Sud Africa
Giornalista radioteleva. Nel
2009 ha vinto il Vodacom Journalist of the year: regional winner come producer
di documentari e programmi televisivi di approfondimento per la Tv indipendente
nazionale sudafricana E-tv (Enca). Successivamente è passata a lavorare
per Summit Tv, canale televisivo dedicato al mondo economico.
Jean Claude Mugabo
Uwihangannye - Ruanda
Il suo nome vuol dire “l’uomo
che ha pazienza”. Scrittore e ricercatore, in Italia da 25 anni, scrive favole e
racconti interculturali ed è ricercatore delle tradizioni popolari e della
filosofia africana. Realizza per le scuole programmi e animazione in chiave di “mondialità” con temi attuali e sensibili: ambiente, alimentazione, pace,
solidarietà…Attualmente è presidente di “Immigrazionisti”, che pubblica il “libroagendadei cittadini del mondo”
un’agenda annuale a tema con ricorrenze, proverbi, personaggi, poesie, storie,
concetti di tutte le culture di tutto il mondo.
Nyny-ryke Goungou – Togo
Cresciuta in Italia e
diplomata in Fashion Design alla NABA di Milano, ha conseguito il Diploma Master
in Modellistica industriale presso l’istituto “Carlo Secoli”. Le sue creazioni
rappresentano un connubio fra la tenacia e la forza dei colori delle sue origini
con la purezza, l’eleganza e i volumi Europei.
Lemnaouer Ahmine - Algeria
Documentarista. Vive in
Italia e realizza documentari trasmessi dalle reti RAI e LA7. Molti dei suoi
lavori trattano del difficile rapporto tra mondo arabo e occidentale
Dagmawi Yimer - Etiopia
Regista di documentari, ha
esordito in Italia
con Andrea Segre come coautore di “Come un uomo sulla terra” per il quale ha ricevuto una Menzione
speciale al Bif&st 2009. Dal 2010 collabora con l’AMM -Archivio delle
memorie migranti-, associazione di cui è vicepresidente che promuove forme di
autonarrazione da parte di migranti.
Nato da un'idea di Roberto
Davide Papini e Attilio Valenti in partenariato con l'Ufficio per la Pace a
Gerusalemme del Comune di Roma e in collaborazione con le Municipalità di
Raanana (Israele) e di Qalqilia (Palestina) il cartone è stato realizzato dagli studenti di due scuole, la Aviv Secondary School (Raanana, Israele) e la
Al Sadia Secondary School (Qalqilia, Palestina). La supervisione artistica è stata
svolta da due tra i più prestigiosi autori italiani, Giulio Gianini e Emanuele
Luzzati, due volte nomination allOscar”. Si ringrazia Mariem Mastouri del direttivo di Casa Africa per la segnalazione
Il
giovane popolo della “Terra degli uomini integri” (Burkina Faso) ha messo fine ai 27 anni del regime neoliberista di
Blaise Compaoré che ha portato il paese alla miseria.
Il
Burkina Faso è stato incluso dall'ONU tra i 25 più poveri Stati del mondo,
sebbene sia il secondo paese produttore di cotone dell’Africa sub-sahariana e
il quinto produttore d’oro della regione.
Un
anno fa l’Agenzia Fides denunciava le condizioni in cui si trova il paese: “Il
46,4% della popolazione burkinabé ha meno di 15 anni, il 59,1% ha meno di 20 anni.
Questa gioventù (...) è insoddisfatta e smarrita a causa dell’assenza di modelli
sociali. L’immagine di chi esercita il potere è offuscata dalla corruzione e
dal clientelismo (...). Il 43,9% della popolazione vive al di sotto della soglia
di povertà, e la ricchezza è detenuta da un piccolo gruppo, che si spartisce il
potere politico e finanziario, attraverso la corruzione e l’uso a fini personali
dei beni dello Stato (Fonte: Agenzia Fides)
Il 30 ottobre scorso Blaise
Campaorè si è dimessoed è stato costretto alla fuga
dopo cruente rivolte popolari che hanno portato all'occupazione e all'incendio del
parlamento, all'occupazione della Radio e della Televisione, alla chiusura dell’aeroporto
e all'occupazione di altri centri nevralgici per la vita politica del paese. Rivolte
che sono costate la vita ad almeno 30 manifestanti (Fonte: Greenreport)
Ma l’esito della
rivoluzione
che Emile Pargui Pare, esponente del partito di opposizione Movement of People
for Progress (Mpp), ha detto essere "la nostra primavera" battezzandola "Primavera Nera", è ancora incerto dopo che alla rivolta popolare è seguito un colpo di stato militare che ha messo al
potere il colonnello Isaac Zida, numero due della guardia presidenziale, un corpo
d’elite ben armato e ben pagato, creato dallo stesso Compaoré. Zida avrebbe il compito
di creare un governo di transizione per portare il paese a libere elezioni entro12
mesi.
L'opposizione
e la società civile hanno rivolto un
appello alla popolazioneperché scenda in piazza per chiedere che latransizione
democratica non sia gestita dai militari. Invocano a gran voceKwamé Lougué, ex ministro della difesa rimosso dal suo incarico nel 2003 perché accusato di
voler deporre Compaorè. Lougué
sarebbe però stato fermato (non si capisce ancora bene da chi) a Ouagadougou
mentre stava tentando di raggiungere piazza della Nazione, nel cuore della
capitale per unirsi ai manifestanti.
Chi è Blaise Compaoré l'uomo
che i burkinabè
non vogliono più come
presidente
E’
stato presidente del Burkina Faso dal 1987, anno in cui salì al potere grazie a
un cruento colpo di Stato finanziato dalla Francia, dalla Libia e dagli Stati
Uniti e sostenuto dai signori della guerra dell'area, il sanguinario liberiano
Charles Taylor e Idriss Déby (Fonte: Panorama).
Dopo
esserne stato ministro e amico fu Compaoré a tramare e organizzare il colpo di
stato contro Thomas Sankara, il carismatico presidente burkinabè (1983-1987) che
aveva imboccato una via autonoma allo sviluppo osteggiata sistematicamente da
Banca Mondiale e FMI e che venne assassinato, secondo numerose testimonianze, proprio su mandato del deposto presidente.
Salito
al potere Compaoré ha dato alla sua politica economica il forte impulso liberista
preteso dal FMI ed è diventato stretto alleato di Stati Uniti e Francia. Il
Burkina Faso ospita una base militare francese e basi aeree per i droni spia americaniche volano principalmente sul Mali e sul Niger, paesi con cui Il Burkina Faso confina e
che sono strategicamente importanti per gli interessi economici occidentali e
in particolare della Francia, ex potenza coloniale (v. il nostro post Mali. Le verità della guerra).
Chi è Thomas
Sankara, il presidente tradito da Compaoré
Thomas
Sankara ha governato il Burkina Faso per
quattro anni (1983-1987) durante i quali è stato alla ricerca del riscatto per
un intero continente: “L’Africa agli africani” (Sankara e il sogno africano di
Carlo Batà, Leggi tutto)
Una
figura rivoluzionaria rispetto all’atteggiamento accondiscendente di tanti
altri leader africani verso le nazioni straniere; rivoluzionaria rispetto ai
diktat di potenze egemoni come la Francia e gli Stati Uniti. Sankara denunciava i ricatti delle potenze
occidentali e invitava i governi africani a non sottostare alle regole delle nazioni straniere e al liberismo globale, causa principale della povertà nei
paesi del Sud del mondo. Povertà alimentata ad hoc dalle nazioni occidentali
per continuare ad accaparrarsi in maniera indiscriminata delle ricchezze
dell’Africa (Fonte: Missioni Africane. org. )
Thomas Sankara aveva
uno stipendio presidenziale in linea con quello degli impiegati statali di
basso livello. Tagliò le retribuzioni di generali, ministri, alti funzionari.
Distribuì la terra ai contadini. Era un uomo integro, che pagò con la vita la
sua integrità e il sogno di riconquistare la sovranità economica per il suo
Paese, saccheggiato dai colonialisti e obbligato a antieconomiche monoculture
in mano alle multinazionali francesi.
Sotto
la sua presidenza Sankara promosse numerose donne a ministro o ai vertici delle
forze armate, incoraggiò le donne a ribellarsi al maschilismo e a rimanere a
scuola in caso di gravidanza, fu il primo presidente africano a mettere in
guardia la popolazione dai rischi dell'AIDS, invitando i suoi compatrioti a
prendere dei contraccettivi, abolì la poligamia e vietò l'infibulazione (Fonte: Panorama)
Per
ridare impulso all’economia decise che il suo paese doveva contare sulle proprie forze e vivere
all’africana, senza farsi abbagliare dalle imposizioni culturali provenienti
dall’Europa: “Non c’è salvezza per il nostro popolo se non voltiamo
completamente le spalle a tutti i modelli che ciarlatani di tutti i tipi hanno
cercato di venderci per anni”. “Consumiamo burkinabè”, si leggeva sui muri
della capitale.
Durante
i suoi quattro anni di presidenza Sankara aveva invitato i Paesi africani a non
pagare il debito estero per concentrare gli sforzi su una politica economica
che colmasse il ritardo imposto da decenni di dominazione coloniale.
Celebre
è rimasto il discorso sul debito che
tenne nel 1986, durante i lavori della 25esima
sessione dell’Organizzazione per l’Unità
Africana (OUA) tenutasi a Addis Abeba, pochi mesi prima di essere assassinato: “Noi siamo estranei alla creazione di questo
debito e dunque non dobbiamo pagarlo. […] Il debito nella sua forma attuale è
una riconquista coloniale organizzata con perizia. […] Se noi non paghiamo, i
prestatori di capitali non moriranno, ne
siamo sicuri; se invece paghiamo, saremo noi a morire, possiamo esserne
altrettanto certi”: