dicembre 22, 2015

Islam e Cristianesimo. Festeggiati nello stesso giorno il Mawlid e il Natale 2015





La luna quest’anno ci offre un dono prezioso: la coincidenza tra la festa islamica del Mawlidal-Nabī, la natività del Profeta Maometto, e il Natale cristiano.
 
Il  Mawlid verrà infatti celebrato la sera del 24 dicembre nella totalità del mondo arabo. Non accadeva da 457 anni. Bisogna infatti risalire al 1558 per trovare una configurazione simile.
 
Da giorni i media tunisini, algerini e marocchini ne parlano. La trasmissione “Islam de France” del 27 dicembre sarà dedicata a questo tema. Alcune diocesi, si sono mobilitate attorno all’avvenimento. Cristiani e musulmani, in Belgio come in Maghreb, se ne rallegrano.
 
 
A dirlo è padre Vincent Feroldi, direttore del Servizio nazionale per le relazioni con i musulmani, in un articolo diffuso sul sito della Conferenza episcopale francese (leggi l'articolo nella versione francese e italiana).
 
Le comunità cristiane e musulmane avranno così il cuore in festa nello stesso giorno.  Felici di poter dare ai loro contemporanei un grande segnale del “vivere insieme” in quest’epoca in cui, in nome della religione e di Dio, alcuni predicano odio.
 

dicembre 20, 2015

TERRORISMO. Incontro "il terrorismo non ha religione" Foto e video




Il 31 ottobre scorso a Sanremo, a villa Ormond, presso l’Istituto Internazionale di Diritto Umanitario, si è tenuto l’incontro sul tema : “Il terrorismo non ha religione. Cosa c’è dietro il sedicente Stato Islamico?”, iniziativa, promossa da Casa Africa insieme alla Caritas Diocesana e al Centro Culturale Islamico e di cui vi abbiamo dato notizia su questo blog.
Scusandoci per il ritardo dovuto a problemi tecnici vi proponiamo i video degli interventi e una selezione delle foto scattate dove potete rendervi conto della notevole affluenza di pubblico all’incontro.
VIDEO DELLE RELAZIONI

Hamza Piccardo,

è fondatore dell’Unione Comunità Islamiche in Italia, traduttore ed esegeta del Corano.




Fiorenzo de Molli,

è direttore esecutivo e cofondatore, insieme a don Virginio Colmegna, della Casa della Carità di Milano





Loretta Napoleoni,

economista, è tra le più grandi esperte di terrorismo a livello internazionale. MPhil in terrorismo alla London School of Economics, e’ stata la prima ad analizzare i flussi finanziari del terrorismo ed a studiare l’economia di questo fenomeno. E’ autrice di numerosi saggi, tra cui Terrorismo S.p.A, Economia Canaglia,  Maonomics, "Al Zarqawi - Storia e mito di un proletario giordano" e “Isis lo stato del terrore”.







SELEZIONE FOTOGRAFICA
 




TUNISIA. Il Nobel per la Pace ai rappresentanti della società civile che hanno garantito il successo della rivoluzione dei gelsomini. La cantautrice tunisina Amel Mathlouthi canta al concerto dopo la consegna del premio.


Si dice che la primavera araba abbia fallito, in realtà è stata fatta fallire dagli interessi e dalle strategie geopolitiche di potenze straniere (occidentali e loro alleati medio orientali) che hanno voluto colmare il vuoto di potere lasciato da dittatori cacciati a furor di popolo.
In questo scenario la Tunisia, che nel dicembre del 2010 fu patria della primavera araba, rappresenta un’eccezione.  “Il popolo ha vinto una rivoluzione pacifica che illumina il mondo”, commentò Rached Ghannouchi, Presidente di Ennahda, il partito islamico moderato che era maggioranza all’Assemblea Costituente, all’indomani dell’approvazione della nuova Costituzione del Paese, una delle più avanzate del mondo arabo, approvazione avvenuta con un consenso quasi plebiscitario nel gennaio 2014.
Ai rappresentanti della società civile che hanno collaborato come mediatori per la democratizzazione del Paese garantendo il successo della “rivoluzione dei gelsomini” è stato assegnato quest’anno il premio Nobel per la Pace. Si tratta del “Quartetto per il dialogo nazionale tunisino” costituito da quattro importanti organizzazioni: l’Unione generale tunisina del lavoro, la Confederazione dell’industria del commercio e dell’artigianato, la Lega tunisina per i diritti dell’uomo e l’Ordine nazionale degli avvocati.
Va detto tuttavia che la strada per la democratizzazione del Paese non può dirsi del tutto compiuta e si presenta irta di ostacoli. Ancora oggi  la popolazione è costretta a scendere in piazza per difendere le sue conquiste che sono messe a dura prova da ripetuti e cruenti attacchi di gruppi fondamentalisti che premono dalla vicina Libia, ma che trovano spesso complicità anche all’interno del Paese. Gruppi appoggiati e finanziati da quelle potenze (in particolare Qatar e Arabia Saudita) che desiderose di accrescere in Nordafrica e nel Maghreb la loro influenza all’indomani della rivoluzione erano piombate nel Paese nel tentativo di aprirsi un varco attraverso la religione. Considerazioni queste che hanno portato ultimamente il governo a chiudere 80 moschee che erano andate fuori controllo statale.
Ma oggi il popolo tunisino è orgoglioso di questo riconoscimento internazionale con cui mostra al mondo un nuovo volto dell'Islam e applaude Amel Mathlouthi, cantautrice tunisina, che al concerto organizzato dopo la consegna del premio canta la canzone da lei scritta: “كلمتي حرة, Kelmti Horra, Ma parole est libre”.


Il testo completo e la traduzione italiana della canzone QUI


mg