maggio 24, 2013

SIRIA. Rifugiate minorenni vendute come “spose” a ricchi ed attempati uomini dei Paesi del Golfo

Ragazze siriane, anche sotto i 15 anni, vengono vendute come ‘mogli’ per poche centinaia di euro da genitori disperati. Vi sarebbe anche questa tra le terribili conseguenze della guerra civile in Siria che ha spinto molte migliaia di persone a cercare scampo nei Paesi vicini.
È diventato comune, spiega il giornalista Hassan Hassan dalle colonne del quotidiano The National vedere su alcuni forum online arabi richieste di uomini che “cercano ragazze siriane a scopo matrimonio”. Ma questo sarebbe solo un espediente per ‘comprare’ minorenni a puro fine di godimento sessuale. I prezzi offerti, secondo le fonti di stampa, vanno in media dai 500 ai 1.000 riyal sauditi, cioè dai 105 ai 210 euro. Le ragazze sarebbero prelevate soprattutto tra i profughi in Giordania e finirebbero in prevalenza in Arabia Saudita.
La Giordania è il paese che riceve il maggior numero di rifugiati siriani: circa 532.000 su una popolazione di circa 6 milioni. Di questi rifugiati la gran parte vive fuori dai campi profughi, ospiti incomodi di un paese che già deve sopportare pesanti condizioni economiche.
Secondo quanto denunciato da diverse organizzazioni per i diritti umani e confermato  dai media sarebbe in corso un’emergenza legata allo sfruttamento delle minorenni siriane rifugiate in Giordania. Si starebbe diffondendo cioè una pratica per cui giovanissime ragazze – a volte ancora bambine – vengono “vendute” come spose a ricchi uomini arabi venuti apposta dai Paesi del Golfo. E’ questo ad esempio il caso di Reem che appena sedicenne è stata venduta come sposa ad un ricco saudita di 70 anni (El Pais).
Le famiglie arrivano a cedere le loro figlie per cifre irrisorie, mosse dall’estrema povertà in cui versano nelle condizioni di profughi. Una pratica questa che ben può essere considerata come  analoga alla schiavitù e come tale proibita dal diritto internazionale e in particolare dalla  Convenzione delle Nazioni Unite del 1956 che qualifica e proibisce ogni istituzione o pratica secondo la quale “una donna, cui non spetti il diritto di sottrarsene, sia promessa o data in matrimonio mediante compenso in denaro o in natura, fornito ai suoi genitori, al suo tutore, alla sua famiglia o a qualsiasi altra persona o altro gruppo di persone”   


Per denunciare questo tipo di abusi, è stata creata un’associazione con una pagina Facebook in arabo, intitolata “Rifugiate, non prigioniere”

mg

maggio 04, 2013

CASA AFRICA. Seminario sulla primavera araba, Sanremo 18 maggio

 





Sabato 18 maggio, a Sanremo

nella sala conferenze dell’Istituto Internazionale di Diritto Umanitario,
Villa Ormond, Corso Cavallotti 113, Casa Africa organizza il seminario

“LA  MAPPA  VARIEGATA  DELLA  LUNGA  PRIMAVERA ARABA
la speranza araba nel cambiamento tra rivoluzioni e involuzioni
e la speranza in azione dell’attivismo femminile”

L'iniziativa si propone di fornire strumenti di approfondimento per una migliore comprensione delle complesse dinamiche che contraddistinguono la primavera araba, tenendo conto delle specificità e degli squilibri che caratterizzano, anche storicamente, i paesi che ne sono coinvolti e degli equilibri geopolitici che sono in gioco.
Si propone altresì di mettere in evidenza il ruolo che in tutte le rivolte arabe hanno avuto le donne e i movimenti femminili e l’importanza che l’attivismo femminile arabo riveste come motore di cambiamento dell’intera società.

La giornata inizierà alle ore 10.30

Aprirà i lavori il Prof. Paolo Cotta Ramusino, scienziato di fama internazionale e profondo conoscitore del mondo arabo e del medioriente. Il prof Cotta Ramusino è Segretario Generale della Conferenza Pugwash sulla scienza e gli affari internazionali (Nobel per la pace 1995), organizzazione nata sulla scia del famoso manifesto firmato nel 1955 da Albert Einstein, Bertrand Russell e da altri nove scienziati e che da allora svolge un fondamentale ruolo di collegamento fra  scienziati, esponenti politici e militari sui problemi della sicurezza, del disarmo e della risoluzione dei conflitti. Il prof. Cotta Ramusino è  altresì ordinario di Fisica Matematica nell'Università di Milano; ricercatore senior dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ed associato al progetto “Gestire l’atomo” del Centro Belfer della Harvard University.
Seguiranno le relazioni di autorevoli studiose e note attiviste provenienti dal mondo arabo:
  • Taghreed El Khodary (Palestina). Giornalista palestinese, reporter da Gaza per il New York Times, giornalista televisiva di Al Jazeera, e corrispondente della TV Al Hayat LBC; visiting scholar nel Programma Medio Oriente al Carnegie Endowment for International Peace.
  • Rime Allaf (Siria). Scrittrice e consulente specializzata in questioni mediorientali, associate fellow del Royal Institute of International Affairs (Chatham House).
  • Anissa Hassouna (Egitto). Direttrice esecutiva della Fondazione Magdi Yacoub; vice-presidente del Consiglio di fondazione dell'Organizzazione egiziana per i diritti umani, membro dell'Organizzazione araba per i diritti umani e del Forum internazionale delle donne arabe a Londra.
  • Parteciperà altresì l'avvocata Najet Brahmi (Tunisia), professore di diritto nell'Università di Tunisi; presidente dell'Associazione Solidarietà, Sviluppo Senza Frontiere (ASDSF) e corrispondente a Tunisi della Rete Giuridica delle donne arabe


Programma dei lavori