Il 18 giugno scorso l’Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR-UNHCR) ha pubblicato
il rapporto annuale, Global Trends, dando la notizia che sono quasi 60 milioni le
persone costrette a fuggire dalle loro case in tutto il mondo.
Ogni giorno in media 42.500 persone diventano rifugiate, richiedenti asilo o sfollati interni.
In tutto il mondo, una persona ogni 122 è un rifugiato, un richiedente asilo o sfollato interno.
Il 50% della popolazione mondiale dei rifugiati è costituito da donne e bambine (Fonte ACNUR).
Il 50% della popolazione mondiale dei rifugiati è costituito da donne e bambine (Fonte ACNUR).
Negli ultimi cinque anni, prosegue il rapporto, sono scoppiati o si sono
riattivati almeno 15 conflitti: otto
in Africa (Costa d'Avorio, Repubblica Centrafricana, Libia, Mali, nord-est
della Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan e quest'anno
Burundi); tre in Medio Oriente (Siria, Iraq e Yemen); uno in Europa (Ucraina) e
tre in Asia (Kirghizistan, e diverse aree del Myanmar e del Pakistan). Solo poche di queste crisi possono dirsi
risolte e la maggior parte di esse continua a generare nuovi esodi forzati.
Nel 2014 solamente 126.800 rifugiati hanno potuto fare ritorno nei loro paesi
d'origine, il numero più basso in 31 anni.
Fonte thepostinternazionale |
L’escalation è iniziata con
la guerra in Siria. Dalla fine del 2014 quasi 4 milioni di siriani sono stati
costretti a fuggire dal loro Paese e 7,6 milioni sono sfollati all'interno del
loro Paese. Nel mondo un profugo su cinque è siriano.
Sia per la speranza di
tornare presto a casa sia per l’impossibilità economica di spingersi oltre
molti sono quelli che cercano rifugio in altre zone del proprio paese (sfollati
interni) o in Paesi confinanti. Per tale ragione i primi paesi al mondo per
numero di rifugiati sono spesso i paesi più poveri, meno sviluppati o in via di
sviluppo:
In Libano ci sono 247
rifugiati ogni 1000 abitanti, mentre in Giordania ce ne sono 144.
L’emergenza dei rifugiati va
contestualizzata nel più ampio quadro del fenomeno migratorio a livello
mondiale. Circa il 3% della popolazione
mondiale si sposta. Secondo i dati dell’International Migrant Stock sono
infatti più di 215 milioni gli odierni migranti!.
Uno spostamento epocale di
esseri umani che lambisce appena l’Europa. Libano, Turchia e Giordania da sole
accolgono più rifugiati dei 28 Paesi dell’Unione messi insieme.
Il rapporto dell’ACNUR del 5 giugno ha calcolato infatti che sono 103.490 i rifugiati o richiedenti asilo arrivati in Europa attraverso il Mediterraneo nel corso del 2015. Tra questi 54.000 sono sbarcati sulle coste italiane, 48.000 in Grecia, 1.400 in Spagna e 91 a Malta.
Il rapporto dell’ACNUR del 5 giugno ha calcolato infatti che sono 103.490 i rifugiati o richiedenti asilo arrivati in Europa attraverso il Mediterraneo nel corso del 2015. Tra questi 54.000 sono sbarcati sulle coste italiane, 48.000 in Grecia, 1.400 in Spagna e 91 a Malta.
L’Unione Europea ha una popolazione di circa 500 milioni di abitanti e si considera in
stato d’assedio perché poco più di centomila rifugiati hanno raggiunto le sue coste,
incapace perfino di decidere quali dei suoi 28 Paesi dovranno accoglierne meno della metà.
Dopo molte ore di discussioni al Consiglio europeo del 25/26 giugno scorso, i Capi di Stato e di Governo dei 28 Paesi UE non sono stati in grado, infatti, di giungere ad un accordo sulla ripartizione, secondo quote obbligatorie, dell'esiguo numero di 40.000 richiedenti asilo provenienti da Siria e Eritrea (Fonte: Apiceuropa).
Per respingere l’"assedio" l’Europa si barrica e così l’Ungheria
decide di alzare un muro sul confine serbo per arginare l’afflusso dei
rifugiati che dalla Grecia attraversano i Balcani per raggiungere i paesi del nord-europa. Secondo un rapporto del collettivo di giornalisti ed esperti internazionali Migrants files negli ultimi anni i Paesi europei hanno speso circa 11,3 miliardi
di euro per espellere i migranti irregolari e 1,6 miliardi per rafforzare i
controlli alle frontiere.
Nelle conclusioni del Consiglio europeo del 25/26 giugno scorso sopra citato la priorità non è data all'accoglienza
ma alle misure di controllo delle frontiere esterne, al potenziamento anche economico degli
organismi a tal fine preposti, come Frontex, ed alla mobilitazione di
tutti gli strumenti a disposizione per promuovere la riammissione dei migranti
irregolari nei paesi di origine e di transito (v. la contraria risoluzione dell'Europarlamento) .
Lo stesso presidente
del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha affermato che la priorità è il
contenimento dell’immigrazione clandestina e nel comunicato finale del vertice
si legge che - "i
leader dell'UE hanno sottolineato anche l'esigenza di accelerare i negoziati
sulla riammissione con i paesi terzi e hanno concordato di rafforzare i poteri
di Frontex per contribuire al rimpatrio dei migranti illegali”.
Pare opportuno a questo punto ricordare il monito
del giornalista francese Bernard Guetta“i rifugiati sono nostri alleati, perché la loro
fuga evidenzia la barbarie di quei jihadisti che temiamo e vogliamo combattere.
Sono nostri alleati, ma noi li respingiamo permettendo ai jihadisti di
prendersi gioco delle democrazie arabe e dei loro presunti alleati europei”.
Ma pare altresì opportuno richiamare i Paesi europei alle loro responsabilità. Quelle di aver contribuito a determinare la maggior parte delle situazioni di instabilità e di conflitto dalle quali questa marea umana fugge grazie ad una politica neo-coloniale scriteriata per accaparrarsi posizioni di dominio in Medio Oriente e in Nord Africa e per saccheggiare le ricchezze dell'intero continente africano (v. i nostri post "Parla la nuova Africa" e "Scenari di guerra").
Ma pare altresì opportuno richiamare i Paesi europei alle loro responsabilità. Quelle di aver contribuito a determinare la maggior parte delle situazioni di instabilità e di conflitto dalle quali questa marea umana fugge grazie ad una politica neo-coloniale scriteriata per accaparrarsi posizioni di dominio in Medio Oriente e in Nord Africa e per saccheggiare le ricchezze dell'intero continente africano (v. i nostri post "Parla la nuova Africa" e "Scenari di guerra").
Quanto all’Italia il numero di rifugiati rimane perfino al di sotto di quello, già di per sé modesto, degli altri paesi europei. In media, infatti, l’Italia accoglie un rifugiato ogni mille persone,
ben al di sotto della Svezia (più di 11 rifugiati ogni mille), della Francia (3,5
ogni mille) e della Germania che solo lo scorso anno ha ricevuto (e accettato nella sua gran parte) 173.000 richieste di asilo, un terzo del totale europeo e più del doppio della Svezia, che occupa il secondo gradino del podio (Fonte: Meltingpot).
Con 76.000 rifugiati accolti, poco più di uno ogni 1000 abitanti, il nostro paese si colloca al 69° posto della classifica mondiale per numero di rifugiati ogni 1000 abitanti.
Con 76.000 rifugiati accolti, poco più di uno ogni 1000 abitanti, il nostro paese si colloca al 69° posto della classifica mondiale per numero di rifugiati ogni 1000 abitanti.
Occorre poi sottolineare che la situazione italiana sconta
inefficienze, paurose lentezze burocratiche e scarso rendimento degli organi
preposti (Commissioni territoriali) alla valutazione delle domande di asilo,
con tempi biblici che tengono decine di migliaia di persone parcheggiate in campi di accoglienza con il
potenziale di diventare vere e proprie polveriere sociali (Fonte: ilsole24ore).
mg
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