In
queste ore è in partenza dal porto di Gaza una piccola flottiglia della speranza,
o forse della disperazione.
L'equipaggio
è di 35 persone ed è composto da feriti bisognosi di cure, studenti e laureati
disoccupati. Cosa si deve fare per catturare un minuto di attenzione da parte
dell'opinione pubblica internazionale per una comunità che vive,
nell'indifferenza più totale, una crisi umanitaria senza precedenti, stremata
da un interminabile assedio?
Inoltre, dal
30 marzo scorso (giorno in cui è iniziata la
pacifica #GreatReturnMarch)
i cecchini israeliani hanno causato oltre 13mila feriti, di cui moltissimi in
gravi condizioni. I rapporti medici parlano di proiettili che si espandono nel
corpo distruggendo i vasi sanguigni e i tessuti e costringendo spesso all'amputazione delle gambe. Molti infatti hanno dovuto subire amputazioni agli
arti per l'impossibilità di interventi chirurgici specifici. E 117 sono i
morti. Il sistema sanitario è paralizzato per la mancanza di farmaci e adeguate
attrezzature mediche.
Ma
non ci sono solo feriti sulla flottilla, ci sono anche giovani senza futuro. Il
tasso di disoccupazione a Gaza è al 44%, che sale tra le donne fino al 71,5% e
tra i giovani fino a 29 anni, arriva a 61,9%.
Un
tentativo disperato dunque di rompere l’assedio via mare da parte di piccole
barche di pescatori. La Marina israeliana è noto che apre il fuoco su chiunque
si avvicini al limite deciso da Israele, tre miglia nautiche dalla costa
sebbene gli Accordi di Oslo pongano il limite a 20 miglia.
Staremo
ancora tutti in silenzio a guardare?
Fonti Al Jazeera
English e Nena NewsAgency
https://www.aljazeera.com/…/boats-carrying-gaza-patients-se…
http://nena-news.it/gaza-dopo-escalation-lombra-di-una-nuo…/
http://nena-news.it/da-gaza-domani-una-flottilla-di-feriti…/
http://nena-news.it/gaza-dopo-escalation-lombra-di-una-nuo…/
http://nena-news.it/da-gaza-domani-una-flottilla-di-feriti…/
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