Fuggono dai loro paesi per sopravvivere.
Fuggono dalla Siria, dall’Iraq, dall’Africa Subsahariana.
Fuggono dalle guerre e dalla fame.
Le guerre ingaggiate e sponsorizzate dalle potenze occidentali e dai loro complici per spartirsi il
potere sul suolo dell’Africa e del medioriente. La fame dello sfruttamento
neo-coloniale.
Vittime di spietati trafficanti di esseri umani, ci chiedono aiuto.
Sotto accusa per questa ennesima strage, “la più grande di sempre”, come
è stata definita, è l’abbandono dell’operazione umanitaria “Mare Nostrum” da parte
del governo italiano e la vergognosa indifferenza degli altri governi
dell’Unione Europea il cui unico obiettivo, perseguito attraverso il programma
Triton, è quello di difendere, costi quello che costi, la propria
frontiera.
Ma che cos’è
Mare Nostrum e che cos’è Triton?
MARE NOSTRUM –
Sul sito della Marina Militare italiana è descritta come una “operazione militare e umanitaria iniziata il 18 ottobre 2013 per fronteggiare
lo stato di emergenza umanitaria in corso nello Stretto di Sicilia, dovuto
all'eccezionale afflusso di migranti”.
Fortemente voluta dal governo
Letta venne iniziata a seguito del tragico naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013,
in cui persero la vita 366 immigrati, con due obiettivi: “garantire la salvaguardia della vita in mare” e “assicurare
alla giustizia coloro che lucrano sul traffico illegale di migranti”.
Vi erano Impegnati mezzi della Marina Militare, della Guardia costiera,
dell’Aeronautica e della Guardia di finanza. 2 corvette, 2 pattugliatori, due
elicotteri, 3 aerei. In particolare poi la Marina partecipava con una nave
anfibia dotata di capacità ospedaliere in cui era presente uno staff
medico per i controlli e gli interventi sanitari e il personale degli uffici
immigrazione per l’identificazione dei migranti direttamente a bordo.
E’ importante considerare che le
navi d'altura si spingevano per
operare i soccorsi fino a ridosso delle coste libiche da dove
parte ormai la stragrande maggioranza delle carrette del mare stracolme
di migranti e dove avviene circa il 99% (!) dei salvataggi.
Ciò significa che nel caso accaduto la notte del 18 aprile, in cui il
naufragio avvenne davanti alla Libia, sarebbe stato
possibile evitare un'ecatombe intervenendo in modo tempestivo ed efficace con navi attrezzate e personale competente, anziché, come è avvenuto, lasciare che ai primi soccorsi provvedesse
una nave mercantile di passaggio, assolutamente impreparata.
Durante l’operazione “Mare Nostrum” sono stati oltre 160mila i migranti
soccorsi, oltre 500 gli scafisti consegnati all'autorità giudiziaria e 3 le
“navi madre” sequestrate. Fu lo stesso Ministro Alfano durante
l’informativa del 16 ottobre 2014 alla Camera sugli sviluppi delle iniziative
in materia di gestione dei flussi di migranti nel Mediterraneo, a riconoscere i
brillanti risultati dell’operazione (Fonte: lastampa) .
L’operazione Mare Nostrum è stata chiusa dal governo italiano il 31
ottobre 2014, quando è partita l’operazione Triton gestita
dall’Unione Europea, accampando che
quest’ultima avrebbe perseguito gli stessi obiettivi. Così ebbe a
dichiarare il presidente del consiglio Matteo Renzi durante l’intervista
rilasciata alla trasmissione di RAI 2 "Virus" il 9 ottobre scorso:“...l’ha
spiegato molto bene il ministro Alfano che l’operazione Mare Nostrum viene
sostituita da un intervento complessivo dell’Unione Europea”.
Ma in realtà, come ben sapeva il governo
italiano, non era così: lo stesso direttore
esecutivo di Frontex, Gil Arias
Fernandez, in settembre aveva
messo in chiaro che l’operazione Triton non avrebbe sostituito Mare Nostrum,
impegnata nella ricerca e nel soccorso dei migranti, trattandosi di due missioni con obiettivi diversi (Fonte: ilfattoquotidiano)
Ed infatti:
TRITON –
Istituita a partire dal primo novembre 2014 dall’Unione Europea é un’operazione
svolta nell’ambito di Frontex, Agenzia europea per il controllo delle frontiere
europee. Il suo mandato non è salvare le vite in mare, ma operare il controllo delle frontiere, che
e' la mission istituzionale di Frontex. Sebbene in caso di necessità
possano realizzarsi anche interventi di ricerca e soccorso (Sar).
Per rispondere al suo mandato, le navi di Triton si mantengono in
un'area entro 30 miglia dalle coste italiane, senza spingersi a Sud
verso le coste libiche come accadeva con i pattugliamenti di Mare Nostrum e
dove di fatto avviene circa il 99% dei salvataggi. I mezzi impiegati sono due
aerei, un elicottero, tre navi d'altura, quattro motovedette (Fonte: ilsole24ore).
In conclusione Triton è un’attività
di polizia che serve a proteggere i confini europei da
narcotrafficanti e terroristi, non già a gestire l’emergenza umanitaria prodotta dall’immigrazione, emergenza
umanitaria di fronte a alla quale l’Unione Europea resta assolutamente indifferente.
Nella
sua audizione al Senato del
9 dicembre scorso il capo di stato maggiore della Marina, l’ammiraglio
Giuseppe De Giorgi,
esprimeva dure critiche sull’abbandono da parte dell’Italia dell’operazione
“Mare Nostrum” (qui il video della seduta) e indicava le nefaste conseguenze che già potevano
configurarsi ove l’operazione fosse lasciata in mano a Triton (Fonte: Internazionale):
Con l’introduzione di Triton, affermava De
Giorgi, la filosofia dell’intervento è radicalmente cambiata. Triton si limita
a controllare le coste e a pattugliare le acque territoriali. Viene meno il
monitoraggio in alto mare, fin quasi davanti alle coste della Libia in fiamme,
come avvenuto per tutta la durata dell’operazione precedente, lasciando così
scoperto proprio il tratto di mare in cui gli immigrati sono esposti maggior
pericolo:
nell’arco dell’anno in cui ha operato “Mare Nostrum” infatti vi sono
state 439 operazioni di salvataggio in cui il 99% dei salvati è stato
intercettato in mare.
Viene altresì meno, aggiungeva De Giorgi, quel
lavoro di controllo sanitario che è stato svolto a bordo delle navi militari
italiane. In pratica, con Triton si è ridotta del 65 per cento l’area
controllata e sono stati depotenziati i compiti della marina.
L’Ammiraglio smontava anche l’equazione più soccorsi uguale più sbarchi
teorizzata da certe forze politiche.
Con la chiusura di Mare Nostrum, affermava,
gli sbarchi non sono affatto diminuiti, anzi sono aumentati. E di molto.
Nel novembre del 2013, in piena Mare Nostrum,
sono arrivati in Italia 1.883 migranti. Nel novembre di quest’anno, dopo la
conclusione dell’operazione, sono stati registrati 9.134 arrivi, con un aumento netto del 485 per cento.
“Di questi”, continuava l’ammiraglio, “3.810 migranti sono stati soccorsi dalla
marina e sottoposti a controllo sanitario prima dello sbarco nel corso di 22
eventi sar (ricerca e soccorso). I restanti 5.324 sono arrivati direttamente
sul territorio nazionale senza controllo sanitario. Di questi ultimi, infatti,
1.534 sono stati intercettati e soccorsi dalla capitaneria di porto e 2.273 da
mercantili commerciali non attrezzati per quel tipo di attività, ma obbligati
dal diritto del mare a intervenire”.
"Insomma, gli sbarchi continuano, ma in maniera più caotica e
disordinata", aggiungeva De Giorgi. Venendo meno una
politica razionale di intervento, possono anche apparire più invisibili (salvo
che sulla stampa locale delle regioni meridionali, o in occasione dell’ennesimo
naufragio). Ma in realtà stanno aumentando, “e il contesto geopolitico attuale non
consente di prevedere la loro attenuazione”.
Triton è un’arma spuntata, concludeva l’ammiraglio. Piaccia o non piaccia, per governare il
fenomeno bisogna andare molto al di là delle proprie acque territoriali, molto
al di là delle 30 miglia di mare che circondano la Sicilia, la Calabria, la
Puglia.
Delle nefaste conseguenze che
ha prodotto l’operazione Triton e l’abbandono dell’operazione “Mare Nostrum” ci
parlano i numeri!
The Guardian ha realizzato una grafica in cui ha elaborato il rapporto tra persone
morte nei naufragi e migranti sbarcati. I primi tre mesi del 2015
sono stati il periodo con più morti degli ultimi anni: per ogni mille migranti
sbarcati 46,2 sono morti in mare. La cifra per lo stesso periodo del 2014 (con Mare Nostrum) era
dieci volte inferiore: 4,2 morti morti ogni mille persone sbarcate.
L’inattività dell’Unione Europea la rende complice di strage.
Questi i provvedimenti essenziali e
assolutamente praticabili che da tempo e da più parti si chiede che l’Unione
Europea adotti per fermare i massacri:
- l’istituzione di un’operazione “Mare Nostrum Europea”;
- l’apertura di un canale umanitario per il diritto d’asilo europeo affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo alle istituzioni europee nel proprio paese, o nei paesi di transito, senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e rischiare la vita;
- la sospensione del regolamento Dublino per consentire ai rifugiati di scegliere il Paese dove andare sostenendo economicamente con un fondo europeo ad hoc l’accoglienza in quei Paesi sulla base della distribuzione dei profughi.
I governi europei resteranno ancora a lungo sordi?...già si parla di potenziare l'operazione Triton, di blocchi navali e di interventi
armati...
Mettere cioè un “tappo” all'esodo dei rifugiati.
mg
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