Care amiche e cari amici di Casa Africa,
nell'anno che si è chiuso abbiamo vissuto con angoscia e sgomento gli episodi che hanno
insanguinato l’Europa, il Maghreb e il Medio Oriente. Atrocità messe in atto dallo Stato del terrore (e di chi lo appoggia) sedicente islamico, ma le cui matrici religiose vengono puntualmente smascherate dall’analisi geopolitica degli osservatori di politica internazionale.
In realtà l’Islam è oggi preso in ostaggio per giustificare logiche di potere. Da chi vuole colmare il vuoto di potere lasciato da dittatori cacciati a furor di popolo durante la primavera araba, o eliminati a seguito di guerre dissennate. Dietro questi scenari non c'è la religione, ma - per dirlo con le parole di Papa Francesco – “interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, e c’è l’industria delle armi...”.
In realtà l’Islam è oggi preso in ostaggio per giustificare logiche di potere. Da chi vuole colmare il vuoto di potere lasciato da dittatori cacciati a furor di popolo durante la primavera araba, o eliminati a seguito di guerre dissennate. Dietro questi scenari non c'è la religione, ma - per dirlo con le parole di Papa Francesco – “interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, e c’è l’industria delle armi...”.
Tuttavia questo marchio religioso, sebbene decisamente contestato dalle più autorevoli autorità religiose del mondo musulmano, alimenta la montante islamofobia che
intossica il mondo occidentale con conseguenze nefaste per la civile convivenza
e per la pace.
"Estremismo cancrena dell’Islam. Dobbiamo immunizzare la gioventù
contro i fanatismi, gli estremisti e i terroristi che minano la nostra
religione”. Questa è la parola
d’ordine che è più volte circolata nei più importanti meeting dove si è
riunito il ghota religioso del mondo islamico. Parola d’ordine a cui hanno
fatto seguito iniziative concrete, come quella dell’Accademia per imam anti-jihadisti fondata in Marocco da re Mohammed VI.
Anche in Europa e in diverse città italiane la comunità musulmana si è mobilitata ed è scesa in piazza per gridare la propria ferma condanna di chi usa l'Islam per commettere questi crimini. Ricordiamo in particolare il movimento not in my name (Video) e le manifestazioni di Roma e Milano
Anche in Europa e in diverse città italiane la comunità musulmana si è mobilitata ed è scesa in piazza per gridare la propria ferma condanna di chi usa l'Islam per commettere questi crimini. Ricordiamo in particolare il movimento not in my name (Video) e le manifestazioni di Roma e Milano
Unità, fratellanza e rispetto nella diversità, è questa la strada per sconfiggere il terrorismo, il fanatismo e la
islamofobia che oggi ammorbano la nostra società e che si alimentano reciprocamente. Di fronte alle strategie geopolitiche dei grandi della terra sembra poco, ma da qui bisogna partire.
Ecco alcune iniziative che si sono svolte in periodo natalizio in alcune città italiane nel segno dell'unità:
Milano
due giovani musulmani augurano buon Natale alla popolazione in piazza del Duomo.
Genova
Uniti per Natale Canti e Poesie Euro-mediterranee.
Mazara del Vallo
Mohammed El Mriéh, responsabile
della Moschea di Mazara Vallo, assiste alla messa
di Natale nella chiesa di San Francesco, Link.
di Natale nella chiesa di San Francesco, Link.
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