Il 26 luglio scorso il Parlamento Tunisino ha approvato all'unanimità la legge integrale contro la violenza di genere. Oggi il parlamento tunisino è composto dal 34% di donne.
Si tratta di 43 articoli destinati a contrastare ogni forma di violenza (fisica,
morale e sessuale) basata sul genere attraverso misure efficaci di prevenzione, punizione dei
colpevoli e protezione delle
vittime.
Sono previsti programmi di formazione per il personale
medico affinché sia in grado di riconoscere valutare e prevenire casi di
violenza. Sono altresì instaurati programmi specifici sul tema dell’uguaglianza
di genere nel settore dell’insegnamento per il corpo insegnante nelle scuole.
Si prevede la necessità di predisporre case rifugio e
servizi di sostegno legale e psicologico per le vittime di violenza.
La legge riconosce che il problema della violenza sussiste dentro e fuori le
mura domestiche. Le donne potranno chiedere protezione dalle violenze del
marito e dei familiari (ordini di restrizioni) come anche potranno sporgere
denuncia per molestie in luoghi pubblici. Con la nuova legge i
molestatori per la prima volta vengono multati.
Dopo un vero e proprio braccio di ferro tra progressisti e conservatori viene riscritto l’art. 227bis del codice penale che
prevedeva il matrimonio riparatore
cioè il “perdono” per gli stupratori in caso di matrimonio con la vittima.
Una norma questa dettata a salvaguardia dell’”onore
della famiglia” a cui le giovani difficilmente
riescono a sottrarsi in quanto la violenza è uno stigma e un disonore che
ricade sulla donna, non più vergine e destinata a restare nubile, anziché sul
maschio delinquente. Di fatto in virtù di tale norma i giudici e la famiglia
hanno sempre preferito "giungere a un accordo" col violentatore
per "evitare lo scandalo"
piuttosto che punire.
Una norma che codice penale marocchino ha provveduto
a cancellare già nel 2014, a seguito dello scalpore che suscitò nell'opinione pubblica la tragica morte
di Amina, la sedicenne che si suicidò dopo che fu data in sposa al suo stupratore.
In Italia il “matrimonio riparatore” fu abrogato
nel 1981.
Il nuovo articolo 227bis del codice
penale tunisino cancella il matrimonio riparatore e prevede per chi abbia
rapporti con una minore di 16 anni anche se consenziente la pena di 6 anni
di carcere.
L’età della maturità sessuale al di sopra della quale si riconosce la validità del consenso viene elevata da 13 a 16 anni.
mg
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