Vandana Shiva è un’attivista politica e ambientalista indiana che si è
battuta per cambiare pratiche e paradigmi nell'agricoltura e
nell'alimentazione; si è occupata anche di questioni legate ai diritti sulla
proprietà intellettuale, alla biodiversità, alla bioetica, alle implicazioni
sociali, economiche e geopolitiche connesse all'uso di biotecnologie,
ingegneria genetica. È tra i principali leader dell'International Forum on
Globalization.
Vi proponiamo questo suo articolo pubblicato nel sito del Centro Studi Sereno Regis. Più sotto inseriamo anche il video del famoso discorso sul PIL tenuto nel marzo del 1968 da Robert Kennedy tre mesi prima di essere ucciso.
“Il PIL o
Prodotto Interno Lordo, è risultato essere il concetto dominante dei nostri
tempi. Tanto da ritenerlo il metro di misura del benessere delle nazioni. La crescita senza limiti, una
fantasia di economisti, uomini d’affari e politici, è invece vista come
sinonimo di progresso. Questo nonostante crei povertà attraverso la distruzione
sia della natura che della capacità di intere comunità di auto-sostentarsi. La
“crescita” ed il PIL si basano sulla creazione di un confine artificiale e
fittizio, assumendo che se consumi ciò che produci, allora non produci. In effetti, la “crescita” misura la
conversione della natura in denaro, e dei beni comuni in merci.
I sorprendenti cicli di rinnovamento della natura, come quello
dell’acqua, non sono visti come produttivi. Secondo il paradigma della
“crescita”, i contadini di tutto il
mondo, che forniscono il 72% del cibo, non producono, e le donne che svolgono
la maggior parte del lavoro non lavorano. Una
foresta vivente che cresce non contribuisce alla crescita, ma quando gli alberi
vengono uccisi, abbattuti e venduti come legname, allora abbiamo crescita. Società
e comunità sane non contribuiscono alla crescita, mentre la malattia crea la
crescita attraverso gli ospedali e le vendite di medicine brevettate.
L’acqua
disponibile come bene comune, condivisa liberamente e tutelata da tutti non
genera “crescita”, ma quando un’azienda produttrice di bibite gassate
crea piantagioni, estrae l’acqua e la mette in bottiglie di plastica, c’è
crescita economica. Eppure l’acqua estratta oltre le capacità della natura di
rinnovare e rigenerare crea carestie idriche, e le donne percorrono distanze
più lunghe alla ricerca di acqua potabile. Nel villaggio di Plachimada, in
Kerala, quando il cammino per l’acqua arrivò a 10km, Mylamma, una donna di una
tribù locale, disse “quando è troppo è troppo: non possiamo camminare di più.
Lo stabilimento della bibita gassata deve chiudere”. E il Movimento che le
donne attivarono portò alla chiusura dello stabilimento.
L’evoluzione ci ha
donato i semi, e quelli che i contadini hanno selezionato coltivato e
diversificato per secoli che sono alla base della produzione di cibo. I semi che si
rinnovano e moltiplicano autonomamente producono quelli per la stagione
successiva. Ciononostante il seme conservato e coltivato dal contadino è
considerato non contribuire alla crescita: crea e rinnova la vita, ma non
porta a un profitto. La crescita comincia quando il seme è geneticamente
modificato e brevettato, ai contadini è proibito conservare le sementi e sono
costretti ad acquistarne di nuove ogni stagione. La natura è impoverita e la
biodiversità erosa. I contadini sono impoveriti dato che i semi, da risorsa
libera e gratuita, sono trasformati in una merce brevettata. L’acquisto di
sementi ogni anno è una ricetta per il debito dei contadini più poveri
dell’India, e da quando i monopoli delle sementi sono stati creati, i debiti
dei contadini sono aumentati. In India, oltre 284.000 contadini caduti nella
trappola del debito si sono suicidati, da quando le sementi sono state
privatizzate e monopolizzate, nel 1995.
La privatizzazione dell’acqua, dell’elettricità, della sanità,
dell’istruzione genera crescita e profitti. Ma genera anche povertà, costringendo le
persone a spendere grandi somme di denaro per ciò che, come bene comune, era
invece disponibile e aveva costi accessibili. Quando ogni aspetto della vita è
commercializzato e mercificato, vivere diventa più caro, e la gente diventa più
povera.
Ecologia ed
economia hanno la stessa radice, “oikos”, che è il termine greco che indica
l’uso domestico, la casa, la famiglia. Fino a quando l’economia si concentrava
su questi aspetti, ha rispettato le loro basi poste sulle risorse naturali, sui
limiti del rinnovamento ecologico. Si concentrava sul soddisfare i bisogni
umani all’interno di questi limiti, e l’economia basata sulla casa e la
famiglia era incentrata sulle donne.
Oggi, l’economia è separata dai processi ecologici e si oppone
ai bisogni primari. Mentre la distruzione della natura è stata giustificata dalla
creazione di crescita, per la maggior parte delle persone la povertà e le
espropriazioni sono aumentate. Oltre ad essere insostenibile, ciò è
economicamente ingiusto. Pur essendo promosso come “sviluppo economico”, tutto
questo porta al sottosviluppo, e mentre prevede crescita minaccia la vita
stessa.
Il modello dominante dello “sviluppo economico” è in effetti
diventato contrario alla vita. Quando le economie sono misurate solo in termini di flussi di
denaro, infatti, le disuguaglianze crescono: i ricchi diventano più ricchi, i
poveri più poveri. E i ricchi possono essere tali in termini monetari, ma sono
anche poveri nel contesto più ampio di ciò che significa essere umani.
discorso sul PIL tenuto nel marzo del 1968 da Robert Kennedy tre mesi prima di essere ucciso
discorso sul PIL tenuto nel marzo del 1968 da Robert Kennedy tre mesi prima di essere ucciso
Ho assistito
più e più volte alla mercificazione delle risorse delle persone e alla
commercializzazione delle loro economie. E quando ciò accade, il flusso di
denaro dalla società aumenta, così come il deflusso dalla natura e dalle
persone verso gli interessi commerciali delle multinazionali. L’economia del
denaro cresce, ma l’economia della natura e quella delle persone si riducono.
La crescita della circolazione di denaro attraverso il PIL è
ormai completamente dissociata dal valore reale delle cose, ma coloro che
accumulano risorse finanziarie possono pretendere di contare sulle risorse
reali delle persone – le loro terre e acque, le loro foreste e sementi. Il
denaro “famelico” sta predando l’ultima goccia d’acqua e l’ultimo centimetro di
terra sul pianeta. Non è la fine della povertà, è la fine dei diritti umani e
della giustizia. Le persone sono diventate oggetti che si possono gettare via,
in un mondo in cui il denaro comanda e ha rimpiazzato i valori umani che avevano
portato alla sostenibilità, alla giustizia e alla dignità umana.
È per questo che nazioni come il Bhutan hanno adottato la
Felicità Nazionale Lorda invece del Prodotto Interno Lordo, come metro di
misura del proprio benessere. Persino economisti come Joseph Stiglitz e Amartya
Sen hanno ammesso che il PIL non coglie la condizione umana.
Abbiamo
bisogno di creare parametri che vadano oltre il PIL, economie che vadano oltre
il supermercato globale, che riscoprano la vera ricchezza e l’autentico
benessere. Abbiamo bisogno di ricordare che la vera moneta della vita è la vita
stessa”.
mg
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.