luglio 27, 2014

PALESTINA. Da Mohammed Assaf, un inno di resistenza per Gaza





Una canzone di solidarietà con il luogo in cui il cantante è nato e cresciuto.

Intitolato "Alza la testa", il pezzo è accompagnato da un video che mostra le immagini terribili dei bombardamenti ad opera dell'esercito israeliano, che continuano anche in questi giorni a piovere sulla popolazione inerme.
Ma il canto di Mohammed Assaf, il diciannovenne diventato famoso in tutto il mondo per aver vinto l'anno scorso il famoso talent show Arab Idol, vuole essere anche un inno di speranza e di resistenza.

"Alza la testa, è la tua arma / l'origine della dignità è l'essere umano / il figlio della libera terra del sole, tuo figlio, Gaza, non sarà umiliato" dice il ritornello.
Il testo è di Hend Gouda mentre il video, uscito il 17 luglio su Youtube, è diretto da Sameh El-Madhoun e ha segnato oltre mezzo milione di visualizzazioni in pochissimi giorni.
"Prendi il mio sangue e dammi la libertà, la mia terra va dal fiume al mare" canta Assaf, in riferimento alla Palestina storica, che si sviluppa dal Giordano al Mar Mediterraneo.

Con una critica anche al silenzio e immobilità internazionale di fronte ai crimini israeliani commessi nei confronti dei palestinesi della Striscia: "Gaza chiama, ma chi l’ascolta?"
"I bambini sono sotto le bombe, esposti all’attacco e all’assedio, tutte cose che compromettono il loro equilibrio psichico – ha detto il cantante in una recente intervista su Euronews – le istituzioni internazionali devono intervenire, gli organismi umanitari devono aiutarli, devono vedere quello che accade a Gaza".

Nato nel villaggio di Beit Darras, 32 km a nordest di Gaza, Mahmoud Assaf ha sempre manifestato il suo supporto alla Palestina, anche nelle sue canzoni: basti pensare che la canzone che ha scelto di interpretare alla finale di Arab Idol è stata Ali Al-keffiyeh, un inno per il proprio popolo.

Dopo la sua vittoria al talent show, è diventato quasi un eroe nazionale, seguito da oltre 775.000 fan su Twitter, e grazie alla fama conquistata è stato nominato ambasciatore della cultura e delle arti in Palestina, e ambasciatore di pace dell'Unrwa.

Secondo lui, infatti, le parole delle canzoni possono diventare "molto più forti e pesanti del fischio delle pallottole e dei missili". E la sua gente lo vede come un simbolo di speranza, oltre che come portavoce delle proprie sofferenze.

"Oh Gaza, ecco i tuoi uomini...uno solo ne vale cento – canta ancora nel nuovo video – (…) Non importa quanto grande sia diventata l'ingiustizia, noi proteggeremo la terra / 'sia la vittoria o il martirio' hanno detto gli uomini di questa terra / Oh suolo di questa amata terra dimenticata / con il sangue prezioso sei stato irrigato / Terra mia, canta il tuo inno, sii forte e preparati alla libertà". 


di: Anna Toro, Fonte Osservatorioiraq

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