Come avevamo preannunciato lo scorso mese di luglio nel nostro blog si terrà nuovamente in Tunisia, dal 24 al 28 marzo, l’edizione 2015 del Forum Sociale Mondiale (World Social Forum).
"Il World Social Forum è uno spazio di dibattito democratico di idee, di
approfondimento, di riflessione, di formulazioni di proposte, di scambio di
esperienze dei movimenti, reti, ONG e altre
organizzazioni della società civile che si oppongono al neo-liberismo e alla
dominazione del mondo da parte del capitalismo e di tutte le forme di
imperialismo". Questa è la definizione contenuta nella Carta dei Principi del
Forum (leggi tutto).
Nato nel 2001 in contrapposizione al World Economic Forum, il meeting che ogni anno riunisce a Davos (Svizzera) il gotha finanziario e politico mondiale, tenne la sua prima edizione a Porto
Alegre in Basile.
Nel 2007 fece
tappa per la prima volta sul suolo africano, a Nairobi (Kenya), dove ritornò nel 2011, a Dakar (Senegal).
Il lemma dell'edizione 2013 era "dignità".
La dignità che chiedeva il popolo tunisino della "rivoluzione dei gelsomini"(leggi tutto)
La scelta della Tunisia ancora una volta ha un grande
significato.
La
Tunisia è stata definita il il volto nuovo
dell'Islam. La punta avanzata della società araba
contro le dittature corrotte dagli interessi neo-coloniali. Una bandiera per
tutto il continente africano.
Dopo
aver dato origine a quella che è stata definita “primavera araba” e, cioè,
a quell'insieme di rivolte popolari che in pochi mesi hanno scosso l’intero
mondo arabo, a soli tre anni da quei tragici eventi è stata capace di
dotarsi di una delle
Costituzioni più avanzate del mondo, in
cui costituiscono assi portanti l’uguaglianza di genere, la libertà di
coscienza e di credo e lo stato di diritto (leggi tutto).
Ciò mentre in altri paesi quelle
rivolte popolari sono state spazzate via da conflitti scatenati da
contrapposti interessi economici ed equilibri geopolitici.
Leggiamo nella presentazione del Forum 2015 che “la decisione del Consiglio Internazionale del Forum di organizzare l’edizione del 2015 nuovamente in Tunisia risponde ad una domanda formulata dai movimenti sociali regionali e internazionali che dopo aver valutato l’impatto del Forum 2013 in Tunisia hanno ritenuto che era necessario: consolidare le dinamiche del cambiamento nate dalla rivoluzione tunisina e dai movimenti democratici attivi nella regione; approfondire i dibattiti sulla crisi del modello neo-liberista e sulla crisi de la civiltà; approfondire i dibattiti sulle nuove problematiche geopolitiche; promuovere le alternative che rispettino il diritto dei popoli e che siano basate sulla pace e la giustizia sociale"(leggi tutto).
Leggiamo nella presentazione del Forum 2015 che “la decisione del Consiglio Internazionale del Forum di organizzare l’edizione del 2015 nuovamente in Tunisia risponde ad una domanda formulata dai movimenti sociali regionali e internazionali che dopo aver valutato l’impatto del Forum 2013 in Tunisia hanno ritenuto che era necessario: consolidare le dinamiche del cambiamento nate dalla rivoluzione tunisina e dai movimenti democratici attivi nella regione; approfondire i dibattiti sulla crisi del modello neo-liberista e sulla crisi de la civiltà; approfondire i dibattiti sulle nuove problematiche geopolitiche; promuovere le alternative che rispettino il diritto dei popoli e che siano basate sulla pace e la giustizia sociale"(leggi tutto).
Un altro Magreb-Mashreq è possibile
Un’altra
Africa è possibile
Un
altro mondo è possibile
Questo è il motto che contraddistingue l’edizione 2015 del Forum che vede la partecipazione di 3771
organizzazioni provenienti da tutti i continenti che lavorano su 10 assi
tematici in materia di diritti umani, civili, economici, sociali.
Anche quest’anno Casa Africa parteciperà proponendo un momento di riflessione e dibattito sull'importanza dell’uguaglianza di genere e dell'empowerment femminile per la costruzione della pace (v. QUI e QUI).
Un tema oggi cruciale nel mondo arabo, dilaniato da conflitti nei quali le donne non hanno voce.
mg e rk
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