Colonialismo, razzismo e apartheid
Il
conflitto razziale in Sudafrica iniziò con l'arrivo (1652) nel Capo di
Buona Speranza dell’insediamento
olandese della East India Company che aveva lo scopo di approvvigionare le flotte che doppiavano il Capo verso i
territori colonizzati delle Indie Orientali.
L’insediamento
olandese successivamente crebbe con l’arrivo di contadini (boeri) che entrati in conflitto con le popolazioni indigene bantu (guerre cafre, 1779 - 1850) per il controllo delle terre impiantarono grandi proprietà terriere con l’aiuto della manodopera degli
schiavi neri.
Nel
1795 i britannici occuparono
l'insediamento olandese del Capo ed estesero successivamente i loro insediamenti nella Provincia del Capo e del Natal dopo una serie di guerre contro gli indigeni zulu, culminate nel 1879 con la sconfitta di questi ultimi e con la loro sottomissione.
L'estendersi della colonizzazione britannica determinò
uno spostamento verso l'interno dei contadini olandesi (grande trek 1834‑1839) nelle
aree delle attuali regioni Orange e
Transvaal dove costituirono libere repubbliche boere.
Nel 1867 vennero scoperti il più grande giacimento di diamanti del mondo e nel 1886 importanti giacimenti d'oro, rispettivamente ai confini dell'Orange e nel Transvaal, proprio le regioni dove si erano insediati i boeri. Ciò portò alla guerra fra i britannici e le repubbliche boere per lo sfruttamento di tali ricchezze (guerre anglo-boere 1899-1902), guerra che terminò con la vittoria della Gran Bretagna.
Nel processo di pacificazione che ne seguì
venne negoziata tra le parti una soluzione politica che consentisse alla
comunità bianca di prendere in mano le redini del paese. Venne così
costituita l’Unione del Sudafrica (1910)
come Stato
indipendente all'interno dell'Impero britannico e venne promulgata
una Costituzione che dava il dominio
politico alla minoranza bianca. Si impostava in tal modo l’architettura di
base dell’apartheid (segregazione
razziale istituzionalizzata).
Nel 1913 venne promulgato il Native Land Act, che
vietava agli africani di possedere terra al di fuori delle riserve (le aree
garantite ai diversi gruppi dopo la sottomissione).
Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1948, con la vittoria del National Party, partito dell'ultra-destra nazionalista africaner (denominazione della comunità bianca di origine olandese), il regime di segregazione razziale prese definitivamente forma con un sistema di leggi che stabilivano tra l'altro:
- la proibizione dei matrimoni interrazziali
- la persecuzione penale dei i rapporti sessuali tra persone di razza diversa
- la registrazione dei cittadini in base alle loro caratteristiche razziali (Population Registration Act);
- la proibizione di utilizzare le stesse strutture pubbliche dei bianchi (fontane, sale d'attesa, marciapiedi, etc.) ed entrare in alcune aree urbane
- la limitazione per i neri nell'accesso all'istruzione;
- la discriminazione razziale in ambito lavorativo;
- l'istituzione dei bantustan, ghetti per la popolazione nera, sottoposti al controllo del governo sudafricano;
- la privazione della cittadinanza e dei diritti a essa connessi per gli abitanti dei bantustan.
- l'obbligo di dotarsi di speciali passaporti per poter frequentare i quartieri della gente "bianca", pena l’arresto.
Ai
bianchi, il 14% della popolazione, era
assegnato l'87% della terra. I neri furono privati di ogni diritto
politico e civile. Potevano frequentare solo scuole agricole e commerciali.
La resistenza del popolo africano e la riconquista dei diritti civili e politici
La resistenza del popolo africano iniziò negli anni cinquanta. L'ANC (African National Congress), il partito guidato da Nelson Mandela, chiamò alla disobbedienza civile e a varie forme di boicottaggio contro le leggi apartheid.
Nel 1955 il Congress Alliance, la unione delle forze anti-apartheid a cui partecipava anche una formazione di bianchi, guidata dall'ANC, adottò la Carta delle Libertà, una dichiarazione di principi su cui doveva fondarsi lo stato democratico del Sudafrica, inclusivo ed egualitario.
Nel 1955 il Congress Alliance, la unione delle forze anti-apartheid a cui partecipava anche una formazione di bianchi, guidata dall'ANC, adottò la Carta delle Libertà, una dichiarazione di principi su cui doveva fondarsi lo stato democratico del Sudafrica, inclusivo ed egualitario.
La
risposta del governo fu immediata e decine di migliaia di persone vennero arrestate per aver partecipato a queste forme di lotta e processate per tradimento in un processo durato quasi cinque
anni .
Nel
1960 a Shaperville, una borgata della
popolazione nera situata a sud di Johannesburg,
la polizia aprì il fuoco sulla folla inerme e uccise 69 persone. Dopo il massacro, che fu condannato
da tutto il mondo, il governo mise fuori
legge l'ANC e altre organizzazioni anti – apartheid.
L'opposizione non si fermò.
Tra il 1969 e il 1974 vi furono
durissimi scioperi nelle zone portuali e industriali di Durban e di Città del Capo. Nel 1973 a Carlton fu sparato
ai lavoratori in sciopero e scioperi diffusi in tutto il paese vennero fatti nelle miniere e nelle industrie
nel 1974.
La
politica segregazionista e le brutalità degli interventi repressivi portarono il
Sudafrica all’isolamento nel panorama politico mondiale.
Per
il pericolo di una guerra civile gli investitori stranieri si ritirarono, le
banche internazionali richiesero indietro i
loro prestiti e il valore della moneta crollò, così come il prezzo
dell'oro. Vi fu un periodo di forte recessione economica e l'inflazione divenne
cronica.
Nel frattempo l’ONU aveva condannato la politica razziale del paese adottando, nel 1973, la "Convenzione sulla soppressione e punizione del crimine di apartheid", entrata in vigore nel 1976. L’apartheid veniva qualificato crimine contro l’umanità. Successivamente veniva inserito nell'elenco dei crimini contro l'umanità contemplati nello Statuto della Corte Penale Internazionale (2002) e sottoposto alla giurisdizione di quest'ultima.
Nel
1990 veniva liberato Nelson Mandela. Nel 1994 si tennero le prime elezioni
libere (le prime elezioni in cui poteva partecipare
anche la maggioranza nera della popolazione) e Nelson Mandela veniva eletto
Presidente della Repubblica del Sudafrica. Venne scritta una nuova costituzione
che aboliva la segregazione razziale.
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