dicembre 23, 2013

SUDAFRICA. Ieri. L'apartheid e la riconquista dei diritti civili e politici da parte del popolo africano





Colonialismo, razzismo e apartheid


Il conflitto razziale in Sudafrica iniziò con l'arrivo (1652) nel Capo di Buona Speranza dell’insediamento olandese della East India Company che aveva lo scopo di approvvigionare  le flotte che doppiavano il Capo verso i territori colonizzati delle Indie Orientali.
L’insediamento olandese successivamente crebbe con l’arrivo di contadini (boeri) che entrati in conflitto con le popolazioni indigene bantu (guerre cafre, 1779 - 1850) per il controllo delle terre impiantarono grandi proprietà terriere con l’aiuto della manodopera degli schiavi neri.
Nel 1795 i britannici occuparono l'insediamento olandese del Capo ed estesero successivamente i loro insediamenti nella Provincia del Capo e del Natal dopo una serie di guerre contro gli indigeni zulu, culminate nel 1879 con la sconfitta di questi ultimi e con la loro  sottomissione.

L'estendersi della colonizzazione britannica determinò uno spostamento verso l'interno dei contadini olandesi (grande trek 1834‑1839) nelle aree delle attuali regioni Orange e Transvaal dove costituirono libere repubbliche boere.
Nel 1867 vennero scoperti il più grande giacimento di diamanti del mondo e nel 1886 importanti giacimenti d'oro, rispettivamente ai confini dell'Orange e nel Transvaal, proprio le regioni dove si erano insediati i boeri. Ciò portò alla guerra fra i britannici e le repubbliche boere per lo sfruttamento di tali ricchezze (guerre anglo-boere 1899-1902), guerra che terminò con la vittoria della Gran Bretagna.




Nel processo di pacificazione che ne seguì venne negoziata tra le parti una soluzione politica che consentisse alla comunità bianca di prendere in mano le redini del paese. Venne così costituita l’Unione del Sudafrica (1910) come Stato indipendente all'interno dell'Impero britannico e venne promulgata una Costituzione che dava il dominio politico alla minoranza bianca. Si impostava in tal modo l’architettura di base dell’apartheid (segregazione razziale istituzionalizzata).

Nel 1913 venne promulgato il Native Land Act, che vietava agli africani di possedere terra al di fuori delle riserve (le aree garantite ai diversi gruppi dopo la sottomissione).

Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1948, con la vittoria del National Party, partito dell'ultra-destra nazionalista africaner (denominazione della comunità bianca di origine olandese), il regime di segregazione razziale prese definitivamente forma con un sistema di leggi che stabilivano tra l'altro:  
  • la proibizione dei matrimoni interrazziali
  • la persecuzione penale dei i rapporti sessuali tra persone di razza diversa
  • la registrazione dei cittadini in base alle loro caratteristiche razziali (Population Registration Act);
  • la proibizione di utilizzare le stesse strutture pubbliche dei bianchi (fontane, sale d'attesa, marciapiedi, etc.) ed entrare in alcune aree urbane
  • la limitazione per i neri nell'accesso all'istruzione;
  • la discriminazione razziale in ambito lavorativo;
  • l'istituzione dei bantustan, ghetti per la popolazione nera, sottoposti al controllo del governo sudafricano;
  • la privazione della cittadinanza e dei diritti a essa connessi per gli abitanti dei bantustan.
  • l'obbligo di dotarsi di speciali passaporti per  poter frequentare i quartieri della gente "bianca", pena l’arresto.
Ai bianchi, il 14% della popolazione, era  assegnato l'87% della terra. I neri furono privati di ogni diritto politico e civile. Potevano frequentare solo scuole agricole e commerciali.

La resistenza del popolo africano e la riconquista dei diritti civili e politici




La resistenza del popolo africano iniziò negli anni cinquanta. L'ANC (African National Congress), il partito guidato da Nelson Mandela, chiamò alla disobbedienza civile e a varie forme di boicottaggio contro le leggi apartheid.

Nel 1955 il Congress Alliance, la unione delle forze anti-apartheid a cui partecipava anche una formazione di bianchi, guidata dall'ANC, adottò la Carta delle Libertà, una dichiarazione di principi su cui doveva fondarsi lo stato democratico del Sudafrica, inclusivo ed egualitario.


La risposta del governo fu immediata e decine di migliaia di persone vennero  arrestate per aver partecipato a queste forme di lotta e processate per tradimento in un processo durato quasi cinque anni .




Nel 1960  a Shaperville, una borgata della popolazione nera situata  a sud di Johannesburg, la polizia aprì il fuoco sulla folla inerme e uccise 69 persone. Dopo il massacro, che fu condannato da tutto il mondo, il governo mise  fuori legge l'ANC e altre organizzazioni anti – apartheid.



L'opposizione non si fermò.

Tra il 1969 e il 1974 vi furono durissimi scioperi nelle zone portuali e industriali di Durban e di  Città del Capo. Nel 1973 a Carlton fu sparato ai lavoratori in sciopero e scioperi diffusi in tutto il paese vennero fatti nelle miniere e nelle industrie nel 1974.
Nel giugno 1976, a Soweto gli  studenti protestarono contro l'uso obbligatorio dell'afrikaans (lingua dei boeri) come veicolo di insegnamento. La protesta portò a settimane di manifestazioni e boicottaggi in tutto il  paese. Violenti scontri con la polizia provocarono  oltre 500 morti e diverse migliaia di arresti.




Nel 1963 Nelson Mandela venne  arrestato e condannato all’ ergastolo.
La politica segregazionista e le brutalità degli interventi repressivi portarono il Sudafrica all’isolamento nel panorama politico mondiale.

Per il pericolo di una guerra civile gli investitori stranieri si ritirarono, le banche internazionali richiesero indietro i  loro prestiti e il valore della moneta crollò, così come il prezzo dell'oro. Vi fu un periodo di forte recessione economica e l'inflazione divenne cronica.

Nel frattempo l’ONU aveva condannato la politica razziale del paese adottando, nel 1973, la "Convenzione sulla soppressione e punizione del crimine di apartheid", entrata in vigore nel 1976.  L’apartheid  veniva qualificato crimine contro l’umanità. Successivamente veniva inserito nell'elenco dei crimini contro l'umanità contemplati nello Statuto della Corte Penale Internazionale (2002) e sottoposto alla giurisdizione di quest'ultima.  

La strenua resistenza del popolo africano e l'isolamento internazionale del paese portò il neo-presidente del National Party, F.W. de Klerk, a revocare alcune norme basiche dell'apartheid.

Nel 1990 veniva liberato Nelson Mandela. Nel 1994 si tennero le prime elezioni libere (le prime elezioni in cui poteva partecipare anche la maggioranza nera della popolazione) e Nelson Mandela veniva eletto Presidente della Repubblica del Sudafrica. Venne scritta una nuova costituzione che aboliva la segregazione razziale.

mg


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