dicembre 10, 2013

AFRICA. Lettera di un bambino a Nelson Mandela





Il 5 dicembre, all'età di 95 anni, si è spento a Johannesburg Nelson Mandela.
Una vita straordinaria dedicata a sconfiggere la barbarie dell'apartheid e il razzismo e a difendere la giustizia, i diritti e la dignità del popolo africano.



Breve Biografia di Nelson Mandela
Figlio di un capo della tribù Thembu nasce il 18 luglio 1918 nel Transkei, regione del Sudafrica.

Dopo aver seguito gli studi nelle scuole sudafricane per studenti neri conseguendo la laurea in giurisprudenza, fonda uno studio legale per dare assistenza alla popolazione  nera che diventa il centro della dissidenza e della lotta alla discriminazione razziale.

Nel 1944 entra nella politica attiva diventando membro dell'ANC (African National Congress), e guidando campagne di resistenza contro l’apartheid, ossia quel regime politico della minoranza bianca che imponeva, anche sul piano legale e giuridico, la segregazione della maggioranza nera della popolazione del Sudafrica.

Nel 1960 il regime di Pretoria, durante quello che è conosciuto come "il massacro di Shaperville", apre il fuoco sulla folla inerme uccidendo 69 manifestanti militanti dell'ANC e mette al bando e fuorilegge l'intera associazione.

Mandela sopravvive alla strage e dà vita ad una frangia militarista dell’ANC decisa a rovesciare il regime e a difendere i propri diritti anche con le armi.


Viene arrestato nel 1963 e dopo un procedimento durato nove mesi è condannato all'ergastolo.


Di fronte ai giudici che lo condanneranno Mandela pronuncia un discorso che costituisce la più alta testimonianza del suo coraggio e del suo impegno politico:

"Sono pronto a pagare la pena anche se so quanto triste e disperata sia la situazione per un africano in un carcere di questo paese. Sono stato in queste prigioni e so quanto forte sia la discriminazione, anche dietro le mura di una prigione, contro gli africani... In ogni caso queste considerazioni non distoglieranno me né altri come me dal sentiero che ho intrapreso. Per gli uomini, la libertà nella propria terra è l'apice delle proprie aspirazioni.  Niente può distogliere loro da questa meta. Più potente della paura per l'inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni,  in questo paese... non ho dubbi che i posteri si pronunceranno per la mia innocenza e che i criminali che dovrebbero essere portati di fronte a questa corte sono i membri del governo".

Durante i 27 anni passati in carcere la sua immagine e la sua statura morale crescono sempre di più nell'opinione pubblica anche internazionale come simbolo delle battaglie antirazziste.

Nel febbraio del 1985, cosciente di questo stato di cose l'allora presidente sudafricano Botha offre a Mandela la libertà purché rinneghi la guerriglia. Mandela rifiuta.


Nel 1990 su pressioni internazionali ed anche a seguito delle sanzioni economiche che nel frattempo avevano colpito il regime segregazionista, il presidente della repubblica, Frederik De Klerk, gli concede la libertà facendolo anche diventare il suo principale interlocutore nel processo di pacificazione del Paese.

Nell’aprile 1993 viene ucciso su istigazione del leader del Partito Conservatore, il leader del Partito Comunista sudafricano, Chris Hani. L’assassinio porta il Paese sull'orlo della guerra civile.

In quel momento l’allora presidente Frederik De Klerk si fa da parte e dà spazio in tv a Nelson Mandela che con un appello alla calma e riesce a scongiurare la guerra civile.

Nel 1991 Mandela è eletto presidente dell'Anc, il movimento africano per la lotta all'apartheid.

Nel 1993 riceve, insieme a Frederik De Klerk, il premio Nobel per la pace.

L’anno successivo, durante le prime elezioni libere del suo paese (le prime elezioni in cui poteva partecipare anche la maggioranza nera della popolazione), Mandela viene eletto Presidente della Repubblica del Sudafrica e capo del governo. Resterà in carica fino al 1998.

La sua presidenza, che vedrà Frederik De Klerk come vice presidente, sarà caratterizzata da una politica di riconciliazione nazionale.

 Nel suo discorso d’insediamento alla presidenza afferma:

 “Ho combattuto con molta fermezza contro la dominazione dei bianchi, ho combattuto contro la dominazione dei neri.  Mi piace l’idea di un nuovo Sudafrica in cui tutti i sudafricani sono uguali”.


Una politica questa che troverà subito riscontro nella costituzione della Commissione per la Verità e la Riconciliazione per giudicare, secondo verità ("la libertà in cambio della verità"),  i crimini commessi, da entrambe le parti, durante gli anni della segregazione razziale.  

Tra le tante battaglie sostenute dal suo governo in difesa della giustizia e i diritti sociali va ricordata quella ingaggiata e vinta contro le multinazionali farmaceutiche con la promulgazione nel 1997 del "Medical Act", una legge che permetteva al Governo del Sudafrica di importare e produrre medicinali per la cura dell'Aids a prezzi sostenibili.

Oggi il popolo sudafricano e il mondo intero rendono omaggio a Nelson Mandela con una celebrazione a cui parteciperanno più di 90 capi di stato.




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