dicembre 17, 2014

PALESTINA. 800 intellettuali israeliani firmano un appello ai Parlamenti europei affinché riconoscano lo Stato di Palestina. Nove Paesi UE hanno già detto sì...e l'Italia?




Due anni fa la Palestina veniva ammessa alle Nazioni Unite come Stato osservatore con una storica risoluzione dell'Assemblea Generale (A/RES/67/19) approvata con una schiacciante maggioranza: 138 stati contro i 193 facenti parte dell'ONU.

L’ammissione come semplice Stato osservatore, anziché come membro a pieno titolo, è derivata dal fatto che ai sensi dell’art. 4 della Carta istitutiva delle Nazioni Unite l’ammissione di uno Stato come membro può avvenire solo su proposta del Consiglio di Sicurezza, presupposto quest’ultimo per il momento non realizzabile stante la posizione contraria degli Stati Uniti che nel Consiglio di Sicurezza vantano (insieme a Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, cioè le cinque potenze uscite vincitrici della seconda guerra mondiale), come è noto, il diritto di veto (sull'argomento vedi il nostro post: PALESTINA. Storico ingresso alle Nazioni Unite). 

Peraltro nel frattempo molti stati hanno deciso di riconoscere la Palestina come Stato ed avere con questo rapporti bilaterali. Oggi la Palestina è riconosciuta come Stato da circa 135 Paesi, ma ancora pochi sono quelli dell'UE (vedi la mappa degli stati). I primi sono stati la Svezial'Ungheria, la Polonia e la Slovacchia (ma queste ultime tre prima di entrare a far parte dell'Unione).

Alcuni giorni fa Amos Oz, David Grossman e Abraham Yehoshua, tre scrittori tra i più noti del panorama letterario israeliano, insieme ad altri 800 intellettuali israeliani tra cui il premio Nobel per l'economia Daniel Kahneman, l'ex presidente della Knesset Avraham Burg e l'ex ministro degli Esteri Yossi Sarid, hanno firmato un appello ai Parlamenti europei affinché riconoscano lo Stato di Palestina


Nella loro lettera si legge: "Noi cittadini d'Israele, che desideriamo che il nostro sia un Paese sicuro e fiorente, siamo preoccupati per la continua situazione di stallo politico e per il proseguimento delle attività di occupazione e insediamento che portano a ulteriori scontri e minano le possibilità di un compromesso. Per questo è chiaro che le prospettive per la sicurezza e l'esistenza di Israele dipendono dall'esistenza di uno Stato palestinese a fianco di Israele. (...)Israele dovrebbe riconoscere lo Stato di Palestina e la Palestina dovrebbe riconoscere lo Stato di Israele, sulla base dei confini del 1967". 

L'appello ai parlamentari europei conclude: "La vostra iniziativa per riconoscere lo Stato di Palestina farà progredire le prospettiva di pace e incoraggerà israeliani e palestinesi a porre fine al loro conflitto".



Il prossimo 18 dicembre il Parlamento Europeo voterà una risoluzione a favore del riconoscimento dello Stato della Palestina.

In un comunicato pubblicato nella sua pagina web l’ufficio di Roma dell’ECFR (Consiglio europeo delle relazioni estere) spiega 5 motivi a favore del riconoscimento di uno Stato palestinese 

“Gaza ha subito il più letale periodo di violenze mai vissuto, costato la vita a più di 2000 palestinesi. L’ondata di violenza è stata così efferata che molti israeliani l’hanno paragonata alla Seconda Intifada...Le azioni del governo israeliano a Gerusalemme Est e in Cisgiornadia insieme alla crescente forza del movimento dei colonihanno minato ulteriormente la prospettiva di raggiungimento della soluzione dei due stati...Proprio a causa dell'escalation delle violenze gli europei devono prendere una decisione politica...Il riconoscimento confermerebbe anche la posizione dell'UE sull'illegittimità dell'occupazione da parte di Israele, che considera le attività dei coloni israeliani dannose per la pace e la sicurezza. Il riconoscimento è molto più di un gesto simbolico in quanto apporta una serie di benefici pratici che possono bloccare il deterioramento delle condizioni di sicurezza e realizzare l'obiettivo di uno Stato palestinese che viva a fianco di Israele in pace e sicurezza...". Così si legge nel comunicato.

Intanto dopo la Svezia, l’Ungheria, la Polonia e la Slovacchia altri Paesi dell’Unione hanno cominciato a muoversi. Il Parlamento irlandese e la Camera dei Comuni del Parlamento britannico hanno votato a grande maggioranza per il riconoscimento dello Stato palestinese. Sono seguiti, a breve distanza, i sì del Parlamento spagnolo (con 319 voti favorevoli, due voti contrari e un’astensione), dellAssemblea Nazionale francese (con 339 voti favorevoli e 151 contrari) e del Parlamento portoghesementre sono in corso di discussione analoghe decisioni in Belgio e Danimarca.  

E l'Italia? No, lei mantiene il suo storico vassallaggio agli USA e ancora latita. Il ministro degli Esteri Gentiloni ritiene che sia giusto discuterne, ma che per il momento il riconoscimento non sia opportuno 



mg

vedi anche i nostri post:




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