Due anni
fa la Palestina veniva ammessa alle Nazioni Unite come Stato osservatore con
una storica risoluzione dell'Assemblea Generale (A/RES/67/19) approvata con una
schiacciante maggioranza: 138 stati contro i 193 facenti parte dell'ONU.
L’ammissione come semplice Stato osservatore, anziché come membro a pieno
titolo, è derivata dal fatto che ai sensi dell’art. 4 della Carta istitutiva
delle Nazioni Unite l’ammissione di uno Stato come membro può avvenire solo su
proposta del Consiglio di Sicurezza, presupposto quest’ultimo per il momento
non realizzabile stante la posizione contraria degli Stati Uniti che nel
Consiglio di Sicurezza vantano (insieme a Russia, Cina, Francia e Gran
Bretagna, cioè le cinque potenze uscite vincitrici della seconda guerra mondiale),
come è noto, il diritto di veto (sull'argomento vedi il nostro post: PALESTINA. Storico
ingresso alle Nazioni Unite).
Peraltro nel frattempo molti stati hanno deciso di riconoscere la Palestina
come Stato ed avere con questo rapporti bilaterali. Oggi la Palestina è
riconosciuta come Stato da circa 135 Paesi, ma ancora pochi sono quelli dell'UE (vedi la mappa degli
stati). I primi sono stati la Svezia, l'Ungheria, la Polonia e la Slovacchia (ma
queste ultime tre prima di entrare a far parte dell'Unione).
Alcuni
giorni fa Amos Oz, David
Grossman e Abraham Yehoshua, tre
scrittori tra i più noti del panorama letterario israeliano, insieme ad altri
800 intellettuali israeliani tra cui il premio Nobel per l'economia Daniel
Kahneman, l'ex presidente della Knesset Avraham
Burg e l'ex ministro degli Esteri Yossi Sarid, hanno firmato un appello ai Parlamenti
europei affinché riconoscano lo Stato di Palestina.
Nella loro lettera si
legge: "Noi cittadini d'Israele, che desideriamo che il nostro sia un
Paese sicuro e fiorente, siamo preoccupati per la continua situazione di stallo
politico e per il proseguimento delle attività di occupazione e insediamento
che portano a ulteriori scontri e minano le possibilità di un compromesso. Per
questo è chiaro che le
prospettive per la sicurezza e l'esistenza di Israele dipendono dall'esistenza
di uno Stato palestinese a fianco di Israele. (...)Israele
dovrebbe riconoscere lo Stato di Palestina e la Palestina dovrebbe riconoscere
lo Stato di Israele, sulla base dei confini del 1967".
L'appello ai parlamentari europei conclude: "La vostra iniziativa per riconoscere lo Stato di Palestina farà
progredire le prospettiva di pace e incoraggerà israeliani e palestinesi a
porre fine al loro conflitto".
Il prossimo 18
dicembre il Parlamento Europeo voterà una risoluzione a favore
del riconoscimento dello Stato della Palestina.
In un comunicato
pubblicato nella sua pagina web l’ufficio di Roma dell’ECFR (Consiglio europeo delle relazioni
estere) spiega 5 motivi a favore del riconoscimento di uno Stato palestinese
“Gaza ha subito il più letale periodo di violenze mai
vissuto, costato la vita a più di 2000 palestinesi. L’ondata di violenza è
stata così efferata che molti israeliani l’hanno paragonata alla Seconda
Intifada...Le azioni del governo israeliano a Gerusalemme Est e in Cisgiornadia insieme
alla crescente forza del movimento dei coloni, hanno minato ulteriormente la prospettiva di
raggiungimento della soluzione dei due stati...Proprio a causa dell'escalation
delle violenze gli europei devono prendere una decisione politica...Il
riconoscimento confermerebbe anche la posizione dell'UE sull'illegittimità
dell'occupazione da parte di Israele, che considera le attività dei coloni
israeliani dannose per la pace e la sicurezza. Il riconoscimento è molto più di
un gesto simbolico in quanto apporta una serie di benefici pratici che possono
bloccare il deterioramento delle condizioni di sicurezza e realizzare
l'obiettivo di uno Stato palestinese che viva a fianco di Israele in pace e
sicurezza...". Così si legge nel comunicato.
Intanto dopo la Svezia, l’Ungheria, la Polonia e la Slovacchia altri Paesi dell’Unione
hanno cominciato a muoversi. Il Parlamento
irlandese e la Camera dei
Comuni del Parlamento britannico hanno
votato a grande maggioranza per il riconoscimento dello Stato palestinese. Sono
seguiti, a breve distanza, i sì del Parlamento spagnolo (con 319
voti favorevoli, due voti contrari e un’astensione), dell’Assemblea Nazionale francese (con 339 voti favorevoli e 151 contrari) e del Parlamento portoghese, mentre
sono in corso di discussione analoghe decisioni
in Belgio e Danimarca.
E
l'Italia? No, lei
mantiene il suo storico vassallaggio agli USA e ancora latita. Il ministro
degli Esteri Gentiloni ritiene che sia giusto discuterne, ma che per il momento il riconoscimento non sia opportuno
mg
vedi
anche i nostri post:
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