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Toguna nel villaggio di Sangha, Mali (Foto di BluesyPete) |
In questo blog abbiamo parlato del Mali sotto altri profili: la
guerra scatenata nel paese dalle potenze coloniali ("Mali le verità della guerra") e gli appelli lanciati dai maliani contro il predominio degli organismi
finanziari occidentali che dettano l’agenda politica ai governi autoctoni democraticamente
eletti ( "Ridare il Mali ai maliani").
Questo breve articolo pubblicato da Pressenza ci induce a
riflettere sulla secolare storia del Mali e sulla complessità della cultura
africana ignorate dal mondo occidentale.
"Chi sono i Dogon? Da dove vengono?
Non abbiamo tanti elementi su di loro, ma sicuramente ebbero un legame con i primi popoli
che si stabilirono in Egitto. Poi, nel XIII secolo, all’epoca
dell’Impero del Mali, scesero verso l’Africa occidentale,
dove la famiglia dell’imperatore Sundiata Keita sembrava proteggerli. Dopo
la caduta dell’impero, nel XIV secolo, fuggirono nella falesia di
Bandiagara, dove viveva un popolo di cacciatori pigmei, i Tellem, con cui
in parte si fusero.
Secondo
alcune fonti i Dogon vivono in quella
zona da oltre sette secoli. Secondo le loro leggende, credono di venire
dalla stella Sirio, a cui attribuivano l’esistenza di una stella gemella, detta
Potolo, impossibile da vedere a occhio nudo, che la scienza moderna ha scoperto
solo nel 1862. C’è anche una terza stella, chiamata Emenya Tolo. Tutte e tre le
stelle hanno nomi di cereali. I Dogon descrivono la Via Lattea come una
galassia a spirale formata da milioni di stelle, studiate da un osservatorio di
pietra tipo Stonehenge.
I Dogon hanno
una lingua segreta, nota solo agli iniziati e molte feste, tra cui quella del
Dama, con maschere a forma di lucertole, serpenti e leoparsi e danze. Ogni
sessant’anni celebrano la festa del Sigi, dedicata alla fertilità e alla vita.
I villaggi sono amministrati da un capo, il Gina e problemi e
conflitti vengono risolti in modo pacifico. Non si riscontrano crimini, furti o
suicidi.
Il Toguna è l’edificio
pubblico più importante; uno straniero che non sa dove dormire può farlo là. Purtroppo la modernità
sta facendo sì che soprattutto i giovani vadano abbandonando le tradizioni, con
il rischio di perdere un’identità antichissima"
Pressenza-International Press Agency
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